Adamello Tour

Adamello tra ricordi e realtà: qui come in pochi altri posti sulle Alpi semplici escursioni o più impegnative ascensioni alpinistiche non possono quasi mai essere effettuate senza che la mente passi attraverso eventi storici di importante rilievo, dai tempi delle incisioni rupestri al fondamentale periodo della “Guerra Bianca”, fino ai tristi episodi computasi nel periodo della Resistenza e al sereno passaggio tra questi monti di Papa Giovanni II.

Nel corso del Primo conflitto mondiale l’estremità occidentale del fronte italo-austriaco attraversava i due imponenti gruppi montuosi dell’Ortles-Cevedale e dell’Adamello-Presanella, per cui le due parti in lotta furono costrette a combattere, per oltre tre anni e mezzo, una guerra tipicamente alpina, su postazioni di roccia e ghiaccio ad oltre 3000 metri di quota, in condizioni ambientali e climatiche difficilissime. Il solo vivere a quelle quote costituiva per i soldati un enorme problema: l’inverno durava otto mesi ininterrotti, con nevicate abbondanti da ottobre a maggio ed altezze medie della neve dai 10 ai 12 metri. Il freddo, implacabile nemico quotidiano, oscillava mediamente in questo periodo dai -10° ai -l5° con punte notturne da -20° a -25° ed anche oltre. In questo “inferno bianco” gli alpini italiani e i soldati austriaci, oltre a combattere fra loro, dovevano anche sopravvivere alle estreme condizioni ambientali, fra cui le implacabili e micidiali valanghe che, in proporzione, causarono più vittime che non gli effetti dei veri e propri combattimenti. Sull’Adamello tutte le azioni, svoltesi nei diversi anni, tendevano sostanzialmente a scardinare, direttamente o indirettamente, il caposaldo austriaco dei Monticelli, in modo da poter aver via libera sul Passo del Tonale. Gli Austriaci avevano disposto trinceramenti e scavato numerose caverne lungo la linea del fronte che collegava i Monticelli alle alture del Tonale orientale. Inoltre avevano occupato anche i Passi Paradiso, Castellaccio e Lagoscuro che dominavano la conca di Ponte di Legno.

Quello che andiamo ad illustrare è un magnifico viaggio al centro del gruppo dell’Adamello e del suo imponente sistema di ghiacciai (con 18 km quadrati è il più vasto d’Italia).

 

I giorno – Sentiero dei Fiori

Lasciata l’auto presso il parcheggio sotterraneo degli impianti a Ponte di Legno, con la telecabina si raggiunge prima il Passo del Tonale e poi il Passo Paradiso (2600 metri).  Si inizia a camminare per morene e facili tratti di arrampicata su roccia, raggiungendo dopo circa 2 ore il Passo Castellacio (2963 metri) dove sono ancora ben visibili le testimonianze risalenti al primo conflitto mondiale. Da qui, con un’aerea traversata in quota dai panorami mozzafiato, punteremo alla cima del Corno di Lagoscuro (3166 metri) percorrendo il “Sentiero attrezzato dei Fiori”, una parte della prima linea che contrapponeva i soldati italiani a quelli dell’impero austro-ungarico durante la Prima Guerra Mondiale. Questo percorso, recentemente “arricchito” con 2 spettacolari ponti tibetani, presenta tratti esposti e va affrontato con un’adeguata attrezzatura da montagna. Raggiunta la vetta ed il piccolo bivacco, si scende verso il Passo del Lagoscuro, altra zona ricchissima di testimonianze storiche, per risalire alla vicina Cima Payer (3056 metri). Dopo un meritato riposo, ancora un attimo d’attenzione per superare un tratto attrezzato e, messo i piedi sulla morena, seguendo gli evidenti segni bianco/rossi,  si perviene al Rifugio Città di Trento (2449 metri) nella meravigliosa Conca del Mandrone, dove facili risultano gli avvistamenti di gruppi di camosci e stambecchi.

Dislivello salita:                               700 metri circa

Dislivello discesa                           800 metri circa

Tempo medio percorrenza:         5 ore

Difficoltà:                                          EEA

 

II giorno – Cresta Croce e Cannone Ippopotamo

L’indomani mattina si prosegue verso la lingua glaciale delle Vedretta del Mandrone per mettere successivamente piede sul ghiacciaio del Pian di Neve, il più importante per volume dell’arco alpino. Lo scenario che si può ammirare è davvero unico, tanto da lasciare tutti i frequentatori veramente a bocca aperta: lingue di ghiaccio, torrenti spumeggianti, creste affilate e cime dalle linee eleganti ci circondano, il tutto immerso in un impressionante sfavillio. Si continua risalendo il pendio ghiacciato, costellato da reperti e materiale bellico, in direzione del Passo della Lobbia Alta e del Rifugio Caduti dell’Adamello (3040 metri), il punto d’appoggio più elevato del massiccio, da dove lo sguardo può spaziare a 360° su tutte le principali vette adamelline. Da qui si continua sulla Vedretta della Lobbia per far visita a quello che si può identificare come il “simbolo” del gruppo dell’Adamello: il cannone 149G, o come lo battezzeranno gli alpini, “l’ippopotamo”. Un breve tratto attrezzato ci conduce al Passo del Dosson (3290 metri), da dove, seguendo la facile cresta, si raggiunge il cannone e la cima di Cresta Croce (3276 metri). Di nuovo in marcia tra rocce affioranti e chiazze di neve, per rimettere piede sul Pian di Neve, dove mediante una bella diagonale, ritorneremo alla base della rampa finale per il Passo della Lobbia e  all’accogliente rifugio, di recente ristrutturazione, che ci ospiterà per la notte.

Dislivello salita:                               900 metri circa

Dislivello discesa                           350 metri circa

Tempo medio percorrenza:         6 ore

Difficoltà:                                          F

 

III giorno – Pian di Neve

Il terzo giorno prevede l’emozionante attraversata del Pian di Neve, tratto che occuperà buona parte della giornata, fino a raggiungere Punta Venerocolo (3323 metri) sul lato opposto del ghiacciaio; si percorre in tal modo a ritroso il percorso con cui gli alpini trasferirono “l’ippopotamo” da questa posizione all’attuale in una sola notte. Dalla vetta non resta che scendere all’omonimo passo sottostante, che permette l’accesso alla Val d’Avio, dove nelle vicinanze del lago Venerocolo ed al cospetto dell’imponente parete nord dell’Adamello sorge il rifugio Garibaldi (2550 metri). In questa zona sorgeva durante il primo conflitto mondiale una e vera e propria cittadella militare, fondamentale per la conquista dei ghiacciai. Ora la sola chiesetta resta a testimonianza dei tempi che furono. Da questo luogo incantevole, abbiamo due opzioni. La prima opzione è scendere a piedi lungo il sentiero detto “Il Calvario” fino ai Laghi d’Avio (2000 metri) da dove possiamo prenotare un taxi di montagna che ci riporta a Ponte di Legno dove abbiamo lasciato le macchine. La seconda opzione è passare la notte al Rifugio e scendere con calma la mattina seguente.

Dislivello salita:                               600 metri circa

Dislivello discesa                           1100 metri circa al Rifugio Garibaldi (1600 metri fino ai Laghi d’Avio)

Tempo medio percorrenza:         5 ore al Rifugio Garibaldi (7 ore fino ai Laghi d’Avio)

Difficoltà:                                          F

 

Difficoltà globale

Occorre essere dei buoni escursionisti in grado di fare almeno 1000 metri di dislivello al giorno e camminare per 8-9 ore al giorno. Non occorre avere esperienza alpinistica. Si tratta di un trekking impegnativo in quota su sentieri non battuti, con possibilità di neve e ghiaccio, su blocchi di morena e su ghiacciaio. Sono state elencate due differenti scale di difficoltà: quella escursionistica e quella alpinistica, che si differenziano tra loro per il tipo di terreno su cui si svolgono. Si tenga presente che i gradi segnalati, pur con un obbiettiva valutazione, rimangono puramente indicativi e facilmente influenzabili dalle condizioni ambientali della montagna che, come ben si sa, è molto mutevole.

 

Consigli

Il periodo ideale per questo tour coincide con l’apertura estiva dei rifugi (metà giugno – metà settembre). Insieme alle Guide alpine Adamello, si possono creare degli itinerari più brevi o più lunghi, “su misura”. Come per esempio, 2 giorni per visitare il Cannone Ippopotamo:

I giorno: Malga Bedole – Rifugio Lobbia

II giorno: Rifugio Lobbia – Cannone – Malga Bedole

Inoltre, il massiccio dell’Adamello si addice perfettamente a bellissime traversate con l’attrezzatura da scialpinismo durante il periodo primaverile (marzo/aprile).

 
Prezzo per persona al giorno:

1 persona                 350 euro
2 persone                 200 euro
3 persone                 150 euro

 

Noleggio materiale

ramponi            5 euro
imbraco                    5 euro
casco                     5 euro
set ferrata                5 euro

Per iscriversi, occorre prenotarsi tramite e-mail almeno una settimana prima dell’uscita e versare la quota tramite bonifico.

La quota comprende: l’accompagnamento, l’insegnamento e l’organizzazione della Guida Alpina, l’uso dei materiali comuni e l’assicurazione di responsabilità civile. 

La quota non comprende: le spese di vitto, alloggio, trasporti, 
assicurazione infortuni personale. Tutto quanto non specificato alla voce 
”la quota comprende”.

 

Attrezzatura

  • Materiale tecnico: casco, imbraco, set da ferrata, ramponi ghiacciaio, bastoncini telescopici. 
  • Materiale personale: zaino 30 litri, mangiare (barrette, panini, frutta secca..), borraccia o thermos, occhiali da sole (categoria 3 o 4), scarponi suola rigida, giacca gore-tex, giacca pile, pantaloni e maglia traspiranti, maglietta traspirante di ricambio, guanti leggeri e pesanti, berretto o bandana, ghette, protezione solare, pila frontale con batterie cariche.